La Storia
1763
In un elenco di vitigni coltivati nei colli del Friuli, datato 1763 (oltre due secoli e mezzo fa), figura una vite oggi scomparsa, denominata “Zorza”. Un nome che con la “e” finale, Zorze, ritorna tra gli oltre 300 vitigni citati nell'edizione 1935 del vocabolario friulano del Pirona. Zorze, quasi certamente il femminile di Zorz, Giorgio. Il cognome Zorzettig è sicuramente un patronimico, con la medesima origine. Forse è solo una coincidenza... Ma a Gino Zorzettig, “patriarca” de La Sclusa, ai suoi figli e ai suoi nipoti piace l'idea di avere nel nome (e nel cuore) le radici del vino.
1896
Dai registri parrocchiali risulta che Francesco (Checo) e Antonia si stabiliscono tra queste colline e nel 1902 nasce Giobatta Zorzettig, secondogenito di una numerosa famiglia che sarà poi conosciuto con il diminutivo “Tita” e il soprannome “Tramuntin” e che continuerà a coltivare da mezzadro l’azienda.
1963
Tita Tramuntin è ancora mezzadro quando costruisce il primo lotto della cantina di famiglia, con il sostegno del figlio Gino che nel 1971 diventa titolare dell'azienda. Nel decennio successivo – gli anni '80, quelli del Rinascimento del vino friulano – a Gino si affiancano i figli Germano, Maurizio e Luciano; un robusto ampliamento e ammodernamento rende la cantina adeguata ai tempi e alle sfide future. Nuovi vigneti, nuovi impianti (in particolare bianchi autoctoni) e nuove tecnologie portano l'azienda tra le eccellenze del Friuli Venezia Giulia.
1995
È l'anno in cui l'azienda – pur mantenendo nella ragione sociale Gino Zorzettig e figli – prende il nome “La Sclusa”. È un omaggio al territorio, si chiama così un pittoresco scorcio tra i vigneti aziendali dove due corsi d'acqua (uno proveniente da Cividale del Friuli, uno che nasce ai piedi del Santuario di Castelmonte) si uniscono per dar vita al torrente Corno.
2000
Ai vigneti storici di Spessa e a quelli acquisiti in località Rocca Bernarda, si aggiungono quelli ubicati in un altro “cru” dei colli friulani, i Ronchi di Gramogliano. Insieme ai vigneti, c'è anche un vecchio casale, che – ristrutturato con amore e intelligenza – diventerà qualche anno dopo la location agrituristica dedita all'ospitalità turistica dell'Azienda: Corte San Biagio.